FAZI
Fiera Agricola Zootecnica Italiana
È la manifestazione dedicata al settore primario, attrezzature agricole e zootecnia in programma dall’1 al 3 febbraio al Centro Fiera di Montichiari (BS).

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Fiera Agricola Zootecnica Italiana

Potrà essere il sorgo una delle alternative al mais? La domanda serpeggia fra gli allevatori in visita alla 94ª edizione della Fiera Agricola Zootecnica Italiana (FAZI), in corso a Montichiari fino a domani. In attesa che ogni allevatore individui la risposta più idonea alla propria stalla, il messaggio che emerge dalla FAZI è quello di diversificare le produzioni, così da ridurre i rischi di perdita in campo per effetti dei cambiamenti climatici.
Le temperature al di sopra delle medie stagionali e la siccità, che hanno colpito nei mesi scorsi non solo l’Italia, ma buona parte dell’Europa e del Nord America, sono e forse saranno nei prossimi anni il nemico da battere sul campo. Con qualche strategia.

A rilanciare una coltura che può sostituire, almeno in parte, la coltivazione di mais, molto più energivora, potrebbe essere appunto il sorgo, che fra i vantaggi “presenta una migliore resistenza alle elevate temperature e ai cambiamenti climatici, richiedendo anche un minore apporto idrico. Il sorgo è noto anche come ‘Sudan grass’, perché proviene dall’Africa ed è una coltura rustica”. Parole del professor Giulio Cozzi dell’Università di Padova, docente di Qualità dei prodotti animali e di Tecniche di allevamento dei bovini.

Gli allevatori dovrebbero andare oltre gli obiettivi di sostenibilità e di riduzione delle emissioni, partendo dalle scelte colturali in campo, ormai sempre più orientate da elementi esterni: il global warming, il livello di input agronomici necessari, dal consumo di carburanti all’ uso di fertilizzanti inorganici, ma anche fattori esterni, come la guerra in Ucraina – elenca il prof. Cozzi. Ecco che il mais, una sorta di Formula Uno delle colture, potrebbe almeno in parte essere sostituito da soluzioni più versatili come, appunto, panìco o sorgo.

Tra i vantaggi del sorgo, il fatto che “si può seminare tardivamente, quindi dopo il raccolto di un cereale autunno vernino e, in caso di scarsa disponibilità di acqua, è altrettanto performante – assicura il prof. Cozzi -. È indubbiamente una buona fibra, appetibile in quanto zuccherino e digeribile e, per quanto non raggiunga le percentuali di amido del mais, vi sono varietà bianche a basso contenuto di tannino che possono essere utilizzate. Attenzione, però, che quando la pianta è giovane sviluppa una tossina che può essere letale per le bovine”.

L’Italia ha un tasso di autoapprovvigionamento di sorgo più elevato rispetto a quello del mais, l’82,1% contro il 55% (anno 2021, fonte: Teseo.Clal.it) e ne produce circa 185.000 tonnellate, con l’Emilia-Romagna che, da sola, rappresenta il 58% dei volumi nazionali, seguita da Veneto (13%) e Lombardia (9 per cento).

È necessario che gli allevatori impostino il piano colturale non in funzione della campagna, ma della stalla e del fabbisogno degli alimenti per gli animali – conclude il prof. Cozzi -. Il secondo passaggio, però, dovrà concentrarsi sulla verifica dei nutritivi, della disponibilità idrica, sui sistemi di difesa delle infestanti. E altrettanto scrupolo dovrà essere posto nella conservazione degli alimenti per la razione, verificando la struttura delle trincee per evitare delle fermentazioni e attenendosi a un controllo qualità particolarmente stretto, compresi i biomarker di salute ruminale e l’analisi delle feci, per verificare che non vengano dispersi dei nutrienti essenziali”.