FAZI
Fiera Agricola Zootecnica Italiana
È la manifestazione dedicata al settore primario, attrezzature agricole e zootecnia in programma dall’1 al 3 febbraio al Centro Fiera di Montichiari (BS).

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Fiera Agricola Zootecnica Italiana

Il 2019 ha sorriso al settore lattiero caseario, seppure con un andamento a due velocità e con una tendenza ribassista nel finale che ha in parte rovinato le premesse per un’annata che sembrava avviata a macinare grandi record per il late spot. Grazie a una media di 44,82 €/100 kg registrata dal latte spot (latte in cisterna, soggetto a contrattazioni di fornitura per una durata non superiore ai tre mesi, ndr), lo scorso anno i listini si sono posizionati su valori medi più elevati del 15,54% rispetto al 2018, quando i prezzi medi dell’annata si fermarono a 38,79 euro al quintale.

Lo evidenzia la FAZI, Fiera Agricola Zootecnica Italiana, in programma al Centro Fiera di Montichiari dal 14 al 16 febbraio prossimi, sulla base dei dati pubblicati da Clal.it, portale di riferimento mondiale per il settore.

Il tema del latte, della gestione della stalla, del miglioramento del benessere animale e la spinta a introdurre soluzioni aziendali di precisione sono al centro della convegnistica della FAZI, allineata alle tendenze del comparto: produrre con una qualità maggiore, garantendo sostenibilità ambientale e redditività per le stalle, ma anche assicurando alle bovine una longevità produttiva che, di fatto, impatta positivamente in termini di emissioni.

Annata positiva anche per i due grandi formaggi Dop della Lombardia, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che fra gennaio e ottobre dello scorso anno hanno incrementato le vendite oltre confine del 2,59% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Entrambi i “big” del lattiero caseario lombardo saranno chiamati nel 2020 a migliorare ulteriormente il record di esportazioni nel mondo, compatibilmente – va detto – con gli scenari geo-politici che stanno avanzando, dai dazi Usa al negoziato fra Unione europea e Regno Unito post Brexit (per il 2020 non vi saranno modifiche di natura commerciale).

Un’incognita che potrebbe pesare su due comparti strategici per il territorio bresciano e per la Lombardia nel suo complesso è legata alla Cina, primo Paese importatore di latte e derivati e di suini, in seguito all’esplosione di peste suina africana che ha costretto Pechino a incrementare le importazioni di carne suina anche dall’Europa.

Secondo gli analisti è prematuro affrettare conclusioni, che potrebbero scatenare la volatilità sui mercati. Tuttavia, il rallentamento dell’economia cinese e dell’import di prodotti lattiero caseari e carne suina costringerebbe i principali paesi esportatori a rivedere le proprie strategie e a ripianificare le rotte internazionali.

Per ora la domanda mondiale di latte evidenzia importazioni globali fra gennaio e dicembre 2019 nell’ordine del 3,7% su base tendenziale, trainate dall’Asia e dal Sud Est Asiatico (+6,7% rispetto ai 12 mesi precedenti), premessa per una sostanziale stabilità dei prezzi, purché le produzioni lattiere non esplodano verso l’alto.

Il quesito, però, è legittimo: se l’Asia dovesse rallentare la propria corsa, quali potrebbero essere gli effetti sui mercati? Si registrerebbero surplus di latte e, soprattutto, polveri, nelle aree a più alta vocazione produttiva, come Oceania e Nord Europa?
Altro elemento di incertezza è legato al probabile calo del prezzo del greggio. Se da un lato la diminuzione del prezzo del petrolio consentirebbe agli allevatori e alla filiera di ridurre i costi di produzione, dall’altro si apre un altro fronte internazionale, legato alle rotte commerciali verso il Medio Oriente, che potrebbero subire un rallentamento.

Per ora, sulla base dei dati raccolti su Twitter dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), emerge in ogni caso, un clima di fiducia nel settore agricolo, con il 58,1%% dei giudizi “positivo e molto positivo” sulle condizioni del settore e sulle politiche attuate (+2,1% rispetto al trimestre precedente), con riferimento in generale all’agroalimentare (la fotografia è scattata però sul terzo trimestre 2019).