FAZI
Fiera Agricola Zootecnica Italiana
È la manifestazione dedicata al settore primario, attrezzature agricole e zootecnia in programma dall’1 al 3 febbraio al Centro Fiera di Montichiari (BS).

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Fiera Agricola Zootecnica Italiana

Nell’era della globalizzazione, le dinamiche cinesi sono uno degli aghi della bilancia del futuro della suinicoltura. L’epidemia di peste suina africana ha innescato una corsa alle importazioni di carne suina, a fronte di un crollo della produzione cinese. Secondo le elaborazione del Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti fra il 2017 e il 2019 (stime), il numero di capi allevati è passato da 705 milioni di capi a 490 milioni.
La Cina è comunque il principale produttore di suini vivi, tanto che da sola, rappresenta il 40% della produzione mondiale. Alle sue spalle, in termini di capi allevati, si collocano l’Unione europea (27% della produzione mondiale) e gli Stati Uniti (14 per cento). La Spagna è il primo fornitore di Pechino con 328.000 tonnellate e un trend di crescita del 61,1% rispetto al periodo gennaio-novembre 2018. Seguono, fra i top exporter verso l’ex Celeste Impero, Germania (284.000 tonnellate), Brasile (che con 197.000 tonnellate si posiziona di poco sopra i volumi esportati dagli Stati Uniti), Canada (172.000 t) e Danimarca (136.000 tonnellate, con una crescita del 100% rispetto al periodo gennaio-novembre 2018).
L’incognita, assolutamente imprevista solo qualche settimana fa, riguarda le conseguenze sull’economie cinese del Coronavirus. Scenderà l’export? Subirà un crollo? Difficile dirlo, anche per gli analisti, che si ritrovano ora con due elementi di forza contrastanti, entrambi di carattere sanitario. Da un lato la peste suina africana e l’impatto sulla popolazione suina della Cina, con il boom di importazioni; dall’altro gli effetti indesiderati del Coronavirus, che potrebbe frenare la corsa all’import. In caso di brusca frenata delle esportazioni verso la Cina, come reagirà la suinicoltura europea? Diminuiranno i listini su scala internazionale? Sarà necessario ricorrere agli stock di carne suina? L’Italia si ritroverà sotto assedio dal punto di vista delle carni suine di provenienza Ue? Domande alle quali è tutt’altro che semplice dare le risposte, essendo saltate tutte le coordinate. Azzardare previsioni alla vigilia di una manifestazione di primo piano come la 92ª FAZI, Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari (14-16 febbraio) è oggettivamente molto complesso e del tutto sconsigliato.
Il mercato nazionale, con le quotazioni della Commissione unica nazionale (Cun) scese a 1,627/1,635€/kg per i suini grassi da macello, in flessione dallo scorso 12 dicembre (quando si toccò la cifra record di 1,803/1808 €/kg), rimane comunque su valori positivi.
Alla FAZI 2020 attenzione anche alla cunicoltura, con la Mostra nazionale di registro anagrafico della specie cunicola promossa da ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani) e la mostra avicola. Il comparto avicolo è l’unico del settore carni in Italia che presenta il tasso di autoapprovvigionamento superiore al fabbisogno interno (106% dei consumi di carne bianca), per una filiera che occupa oltre 64mila addetti e produce lungo tutta la sua filiera ricadute economiche e occupazionali pari a 7,9 miliardi, quasi mezzo punto del Pil (0,45%), secondo l’associazione di riferimento Unaitalia.
Per i prezzi dei conigli quotati a peso morto, scambiati secondo i rilevamenti di Crefis a 6,450 €/kg sia sulla piazza di Milano che su quella di Verona, si registra una sostanziale stabilità. È però positivo Il confronto tendenziale rispetto al mese di dicembre 2018: +7,5% per la borsa merci di Milano e +6,6% per la borsa merci di Verona. Nel mese di dicembre 2019, tuttavia, sono diminuite le quotazioni del mercato cunicolo a peso vivo.
Gli obiettivi per il comparto avicunicolo è quello che ho del miglioramento della biosicurezza e del benessere animale.