Alla FAZI 2025 la 72ª Mostra nazionale della Frisona Italiana
Doppia vittoria lodigiana con la campionessa assoluta e la riserva
Nella terra del latte, con la provincia di Brescia prima in Italia per volumi prodotti e con la Lombardia sempre più leader in termini di consegne (oggi al 46% del totale nazionale), alla 72ª Mostra nazionale della Frisona Italiana nel ring della Fazi di Montichiari va a segno una doppietta targata Lodi. A vincere una delle finali zootecniche più equilibrate che mai, con animali bilanciati e morfologicamente spettacolari, è stata la bovina “Olza Champion Polianna 2083” di proprietà della famiglia Ciceri, titolari della società agricola Olza di Casalpusterlengo.
Predestinata alla vittoria già nel nome, “Olza Champion Polianna 2083” è una vacca nata il 2 gennaio del 2022 con due parti alle spalle. È suo il compito di consegnare il primo posto del podio agli allevatori lodigiani Ciceri. Lo dice il giovane Andrea Ciceri, 23 anni, che lavora in azienda insieme al papà Paolo, allo zio Francesco e al fratello Stefano. I dipendenti in azienda sono dieci. Il latte viene venduto a Granarolo per il circuito alta qualità.
Premio come “Riserva assoluta della mostra” per “Sabbiona Tiky” della società agricola Sabbiona di Ciserani Francesco e Lorenzo Ireneo. Podio anche per “C.M.E. Ramsey Catrin” della società agricola Errera Holsteins di Borgo Virgilio (Mantova).
“È una grandissima soddisfazione per noi – commenta Andrea Ciceri, preso d’assalto dagli amici e dai colleghi allevatori per quella che è una prima volta all’insegna della festa -. Come azienda siamo cresciuti molto grazie alla genetica e vincere un confronto così prestigioso in uno scenario competitivo come la Mostra nazionale della Frisona Italiana è davvero emozionante”. Albo d’oro alla mano, l’allevamento si è aggiudicato nel recente passato anche il gradino più alto della Mostra della Jersey, ma per chi alleva bovine da latte la Frisona è la razza per eccellenza, anche perché rappresenta la quasi totalità dei capi allevati in Italia per la produzione di latte.
Attenta alle innovazioni, la società agricola Olza alleva oltre 800 capi, dei quali circa 500 in lattazione, da un anno e mezzo ha installato tre robot di mungitura, che affiancano una sala di mungitura tradizionale in due stalle vicine. “Non so se abbandonerei del tutto la sala, ma il robot funziona meravigliosamente bene e credo che rappresenti il futuro per le stalle, in particolare dove sono presenti i giovani, che hanno maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie”, sostiene Andrea Ciceri.
I robot di mungitura in Lombardia: i numeri. E in effetti, a vedere i trend di diffusione dei robot di mungitura illustrati al convegno organizzato dall’Istituto Spallanzani alla Fazi di Montichiari da Gianenrico Grugni, presidente di Aral (Associazione regionale allevatori della Lombardia), i robot stanno vivendo una diffusione particolarmente accelerata nelle stalle.
“Nel 2020 le vacche controllate dai robot di mungitura in Lombardia erano 35.679, nel 2024 sono arrivate a 67.834, con un incremento del 90,1 per cento – precisa Grugni -. Nello stesso periodo, le aziende che hanno abbracciato la soluzione tecnologica del robot sono passate da 242 a 417, con una marcata crescita nelle stalle che hanno deciso di installare più di quattro macchine robotizzate. In termini di unità presenti nelle stalle lombarde, i robot erano 450 nel 2020, mentre nel 2025 sono arrivati a 985”.
