FAZI
Fiera Agricola Zootecnica Italiana
È la manifestazione dedicata al settore primario, attrezzature agricole e zootecnia in programma dall’1 al 3 febbraio al Centro Fiera di Montichiari (BS).

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Fiera Agricola Zootecnica Italiana

Il sistema lattiero caseario italiano è uno dei più competitivi al mondo. Si potrà migliorare, certamente, razionalizzando i costi, ottimizzando produzioni, logistica, trasporti, esportazioni. Ma c’è un aspetto, che la Fazi di Montichiari, rassegna di agricoltura e zootecnia in programma al Centro Fiera fino a domenica 26 ottobre, vuole mettere in evidenza osservando i dati di Clal.it, portale di riferimento a livello mondiale per il comparto, e che incorona il sistema lattiero caseario Made in Italy: il prezzo medio mensile dei prodotti esportati (esaminando latte sfuso e confezionato, polveri di latte, latte condensato, yogurt e formaggi) in equivalente latte, che per l’Italia è da ottobre 2024 sopra i 100 euro per 100 chilogrammi. Lo scorso luglio, ultimo dato elaborato da Clal.it, il valore ha sopravanzato i 104 euro per 100 chilogrammi.

Merito, naturalmente, di un sistema lattiero caseario che fonda la propria forza sui formaggi e sui prodotti a denominazione di origine protetta, che oggi rappresentano il 54% dei formaggi italiani e che trascinano verso l’alto i prezzi del Made in Italy, sempre più apprezzato a livello internazionale, tanto da diventare uno status-symbol come molti altri cibi tricolore.

La grande forza del sistema lattiero caseario nel mondo, che nel 2025 (gennaio-luglio) ha esportato quasi 920.000 tonnellate di prodotti per un valore di quasi 5,6 miliardi di euro, migliorando le vendite del 7,4% in quantità e del 14,9% in valore, è dato appunto dai formaggi. Una categoria che da sola ha esportato nei primi sette mesi del 2025 più di 404.000 tonnellate (+5,4% tendenziale), per una cifra vicina ai 3,6 miliardi di euro (+16,1 per cento, secondo il report di Clal.it). raggiungendo tutto il mondo: Francia, Germania, Nord America, Spagna, Sud-Est Asiatico, Belgio, Regno Unito, Svizzera, Cina, Africa.

I dati dimostrano che non c’è confronto a livello di valori internazionali. L’Italia troneggia con il valore appunto di 104,11 €/100 kg, su un’altra dimensione rispetto ad altri competitor come Paesi Bassi (61,10 €/100 kg), Francia (59,64 €/100 kg), Germania (54,30 €/100 kg) e Stati Uniti (40,48 €/100 kg).

Il primato italiano forse protegge meglio gli operatori e gli allevatori dalle oscillazioni di mercato e dalla volatilità dei listini. Nelle ultime settimane il latte spot ha segnato una flessione di prezzo, passando da una media dello scorso luglio di 66,25 €/100 kg a una media per il mese di ottobre che ad oggi è diminuita a 51,50 €/100 kg, secondo le elaborazioni di Clal.it.

Tengono le quotazioni dei due grandi formaggi Dop a pasta dura, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che registrano quotazioni più alte rispetto allo stesso periodo del 2024. Per il Grana Padano “Riserva 20 mesi” le mercuriali si sono lievemente abbassate dalla metà di settembre, dopo aver toccato il record di 12,75 euro al chilogrammo. Per il Parmigiano Reggiano “24 mesi”, i listini si stanno mantenendo particolarmente elevati, con valori che oscillano fra i 16,25 e i 16,60 euro al chilogrammo.

Cifre che hanno fatto salire il valore della “Stalla Italia”, come ha ricordato oggi alla Fazi la Coldiretti, che ha parlato complessivamente di 55 miliardi per la zootecnia della Penisola e che invitano gli allevatori ad investire in innovazione, biosicurezza e benessere animale per consolidare i primati del lattiero caseario nazionale. Il tutto, magari, con la dovuta prudenza, dal momento che le previsioni per i prossimi mesi indicano un rallentamento dei listini, a causa di un incremento dell’offerta in Ue-27, con una domanda in leggera contrazione o comunque stabile.

“Gli allevatori oggi devono lavorare insieme ad Anafibj per valutare l’impatto positivo della genetica sui ricavi, così da avere bilanci aziendali solidi – invita dalla Fazi il professor Martino Cassandro, direttore generale di Anafibj e ordinario di Zootecnia generale e Miglioramento genetico animale dell’Università di Padova -. In futuro le stalle dovranno affidarsi ad una gestione economica di precisione, associandola a innovazione tecnologica che è in continua evoluzione”.